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- Le nuove normative UE impongono obblighi di reporting alle imprese con oltre 500 dipendenti.
- L'iniziativa 'Just Transition' dell'UE punta a una transizione equa, bilanciando costi e benefici.
- La direttiva CSDDD, attesa per il 2027, richiede una due diligence lungo tutta la catena del valore.
Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata una priorità strategica per le aziende di tutto il mondo, con un focus particolare sulla supply chain. Collaborare strategicamente con i fornitori è fondamentale per centrare i target di sostenibilità delle aziende e operare in maniera uniforme. Sviluppare mappature delle filiere seguendo gli indicatori ESG (ambientali, sociali e di governance) implica affrontare gli effetti ecologici e sociali e promuovere metodologie di buona governance per l?intero ciclo dei prodotti e servizi. Una recente ricerca condotta da McKinsey, la Global Supply Chain Leader Survey, ha evidenziato alcune priorità chiave per i leader aziendali globali in relazione alla catena di fornitura: la trasparenza lungo tutta la filiera. Queste tendenze dimostrano come le aziende stiano spostando il focus verso un approccio sostenibile per rispondere alle aspettative di consumatori sempre più consapevoli.
Nuove Normative Europee: Un Quadro in Evoluzione
L’Unione Europea ha acquisito un ruolo di primo piano nel regolamentare la sostenibilità, introducendo linee guida che mirano a ridisegnare globali catene di approvvigionamento. Le normative aggiornate dall’Unione Europea ampliano gli obblighi di reporting sugli aspetti non finanziari, sociali e ambientali alle grandi imprese con oltre 500 dipendenti e, progressivamente, alle aziende più piccole, includendo tutte le attività delle società principali, delle loro affiliate e delle catene del valore. I tre focus guida di questa iniziativa sono migliorare le condizioni lavorative per ottenere dignità e rispetto, assicurare un livello di vita soddisfacente per clienti e utenti, e sviluppare comunità che siano inclusive e siano parte di uno sviluppo sostenibile. Inoltre, ai fornitori è richiesto un coinvolgimento proattivo per partecipare a questo processo di cambiamento, contribuendo così all?aumento del valore collettivo?sociale, ambientale ed economico?e vantaggi duraturi per tutti gli stakeholder implicati.
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Due Diligence e European Model Clauses (EMCs)
La due diligence rappresenta il pilastro delle pratiche aziendali responsabili, con le imprese chiamate a mappare la filiera, identificando i fornitori critici e i rischi associati. La direttiva Corporate Sustainability Due Diligence (CSDDD), attesa per il 2027, introduce requisiti di dovuta diligenza lungo tutta la catena del valore, obbligando le aziende a riconoscere, prevenire e affrontare rischi correlati a diritti umani e impatti ambientali. Figure normative e contrattuali come le European Model Clauses (EMCs) delineano un quadro strumentale volto a favorire l?implementazione di questi requisiti in seno alle aziende europee. Le EMCs si sviluppano attorno a cinque articoli principali che stabiliscono obblighi reciproci di due diligence, azioni correttive prioritarie, periodi di “cura” per le inadempienze, controlli periodici e meccanismi di risoluzione delle controversie.
Innovazione e Sostenibilità nella Supply Chain
Il passaggio verso una filiera sostenibile implica l?integrazione di soluzioni tecnologiche e modelli all?avanguardia. L’economia circolare si profila come una delle strategie più efficaci per minimizzare l?uso di risorse straordinarie, favorendo processi di riutilizzo e riciclabilità. Allo stesso tempo, implementare fonti energetiche rinnovabili nelle operazioni imprenditoriali può determinare un abbassamento della carbon footprint. Garanzia importante in questo cambiamento è il suo carattere di equità e giustizia sociale. L’iniziativa “Just Transition” dell’Unione Europea evidenzia l?importanza di equilibrare i costi e benefici, garantendo che nessun settore sociale o lavorativo resti escluso su questo itinerario trasformativo.
L?obiettivo della sostenibilità sociale si concentra sulla trasformazione della catena di fornitura in un volano per l’avanzamento sociale, contrastando pratiche dannose quali lo sfruttamento della forza lavoro e il lavoro minorile. Le organizzazioni possono avanzare diverse strategie volte a garantire che lungo l’intera catena di fornitura vengano stabilite condizioni lavorative rispettose, contemplando anche aspetti come il mantenimento di salari competitivi e il miglioramento dell?ambiente lavorativo. Attuare queste progettualità in campo sociale può porre notevoli sfide, ma porta con sé una serie di benefici significativi, quali una maggiore attrattiva verso potenziali investitori e una consolidata fiducia da parte dei consumatori.
Riflessioni sulla Sostenibilità e la Supply Chain
La transizione ecologica è un concetto che implica il passaggio da un modello economico basato sull’uso intensivo delle risorse naturali a uno più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Questo processo coinvolge tutti i settori, compresa la supply chain, che deve adattarsi per ridurre l’impatto ambientale e sociale delle proprie attività. Una nozione avanzata di economia circolare applicata alla supply chain prevede l’integrazione di pratiche di riuso e riciclo, riducendo al minimo gli sprechi e promuovendo la sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti. Riflettere su questi temi ci porta a considerare l’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità, che tenga conto delle interconnessioni tra economia, ambiente e società. L’adozione di pratiche sostenibili si configura come un imperativo etico e, simultaneamente, come una strategia vantaggiosa per le imprese che ambiscono a restare all’avanguardia in un mercato sempre più sensibile alle problematiche ambientali e sociali.