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- Bangalore produce oltre 5000 tonnellate di rifiuti al giorno.
- Nairobi genera 3207 tonnellate di rifiuti giornalmente.
- Nel 2024, il progetto ha creato 792 posti a Nairobi.
- A Bangalore creati 135 nuovi posti di lavoro.
Un approccio integrato per la gestione dei rifiuti in Kenya e India
La gestione dei rifiuti solidi urbani costituisce una sfida pressante nei contesti urbani in rapida espansione come Nairobi, in Kenya, e Bangalore, in India. Queste metropoli, caratterizzate da alta densità demografica e dalla presenza di ampie aree di insediamenti precari, si trovano in difficoltà nel fronteggiare il crescente volume e la complessità dei rifiuti generati. In tale scenario, i cluster dell’innovazione si configurano come strumenti chiave per convertire queste problematiche in opportunità di progresso sostenibile.
Un recente studio di Climate KIC mette in luce il potenziale di questi cluster nel promuovere sistemi economici circolari inclusivi. L’iniziativa, finanziata dalla Ikea Foundation e condotta in sinergia con GrowthAfrica e SecondMuse, ha dimostrato come l’interazione sinergica tra vari stakeholder possa condurre a soluzioni innovative e personalizzate per i contesti locali. L’intento è quello di sviluppare un ecosistema in cui una pluralità di soggetti possano interagire, scambiarsi idee e concepire congiuntamente soluzioni adeguate alle specifiche necessità del territorio.
A Bangalore, ad esempio, si producono quotidianamente oltre 5000 tonnellate di rifiuti, ma solo il 30% viene gestito direttamente dall’amministrazione municipale. La quota restante è demandata a operatori privati, il che determina lacune in termini di efficienza e controllo. A Nairobi, la situazione è analoga, con circa 3207 tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno, una frazione consistente dei quali rimane non raccolta o non differenziata correttamente, specialmente nei quartieri a basso reddito.
Un modello di collaborazione per affrontare la complessità
La complessità della gestione dei rifiuti necessita di un approccio sinergico. Come sottolinea Priya Plan della Global Alliance for Mass Entrepreneurship, “molte persone lavorano sullo stesso problema da prospettive diverse, offrendo soluzioni uniche. La collaborazione è essenziale perché unisce queste diverse prospettive, facilitando la risoluzione del problema“.
I cluster dell’innovazione si fondano su un meccanismo virtuoso che aggrega differenti categorie di individui per collaborare, confrontarsi, apprendere e innovare. Questo approccio consente di individuare problematiche comuni, stabilire obiettivi condivisi e valorizzare i punti di forza di ciascun partner. Le iniziative dedicate all’accelerazione di imprese, alla formazione, al sostegno ai nuovi modelli di business e all’agevolazione dell’accesso ai capitali rappresentano elementi cruciali di questo schema.
Nel 2024, il progetto di Climate KIC ha sostenuto 17 start-up (10 a Nairobi e 7 a Bangalore), generando 792 posti di lavoro a Nairobi e 135 a Bangalore. L’impostazione fondamentale dei due cluster punta a superare la mera pratica del riciclo, focalizzandosi sulla prevenzione della produzione di rifiuti e su interventi ancorati al territorio che offrano sostegno alle comunità più vulnerabili. La transizione verso i principi dell’economia circolare offre un percorso promettente per affrontare questa criticità, eliminando gli scarti dai cicli di vita dei prodotti, preservando l’utilizzo dei materiali e rigenerando gli ecosistemi naturali.
Tuttavia, la circolarità preventiva (la prevenzione dei rifiuti) rimane ancora sottoutilizzata a Nairobi e Bangalore. Nonostante siano stati compiuti progressi nella gestione dei rifiuti a valle, come il riciclo e la rigenerazione, il potenziale maggiore risiede nella prevenzione all’origine, attraverso innovative configurazioni aziendali basate sul riuso, sulla maggiore durata dei prodotti e su modelli di servizio del prodotto. L’implementazione estesa di tali soluzioni implica modifiche legislative, trasformazioni nel comportamento dei consumatori e investimenti mirati.

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L’importanza dei lavoratori informali e le iniziative locali
Il ruolo degli operatori del settore informale nella gestione dei rifiuti è sovente trascurato. Questi soggetti rivestono un’importanza fondamentale per l’operatività degli attuali sistemi di gestione dei rifiuti, occupandosi quotidianamente della raccolta, della selezione e dello smaltimento dei materiali. Ciononostante, agiscono di frequente in contesti insalubri e pericolosi, con redditi instabili e subendo fenomeni di discriminazione.
Un esempio tangibile di iniziativa locale è la piattaforma ecologica avviata a Mathare, uno slum di Nairobi, da Liveinslums. Il progetto mira a creare un polo per il riciclo della plastica, istruendo la popolazione alla raccolta differenziata e sensibilizzando sull’importanza di acquistare prodotti più sostenibili. L’iniziativa include anche la creazione di un’app per identificare le tipologie di plastica e generare un guadagno per gli abitanti che conferiscono la plastica alla piattaforma del centro civico.
La Cooperazione italiana, in sinergia con UN-Habitat, ha avviato il progetto “Waste wise Korogocho chapter” al fine di migliorare le condizioni sociali, sanitarie ed economiche degli abitanti di Korogocho, un altro insediamento informale di Nairobi. L’iniziativa si prefigge di avviare un sistema autosufficiente di gestione dei rifiuti, collaborando con il settore privato, formale e informale, per edificare una filiera dei rifiuti sostenibili.
Verso un futuro sostenibile: sfide e opportunità
La transizione verso un sistema di gestione dei rifiuti sostenibile richiede un impegno condiviso da parte di governi, aziende, comunità locali e organizzazioni internazionali. È indispensabile investire in infrastrutture adeguate, promuovere l’innovazione tecnologica, sensibilizzare i cittadini sull’importanza della riduzione, del riuso e del riciclo dei rifiuti, e assicurare condizioni di lavoro dignitose per tutti gli operatori del settore.
Le difficoltà sono molteplici, ma le opportunità si rivelano ancor più consistenti. La gestione sostenibile dei rifiuti può contribuire a migliorare la salute pubblica, tutelare l’ambiente, creare nuovi sbocchi occupazionali e favorire lo sviluppo economico. I cluster dell’innovazione e le iniziative locali rappresentano un modello promettente per affrontare questa sfida e costruire un futuro più sostenibile per tutti.
Un Futuro Circolare: Riflessioni Conclusive
L’analisi di queste iniziative ci spinge a una riflessione profonda: la gestione dei rifiuti non si riduce a una mera questione tecnica, ma si configura come un imperativo etico e sociale. Trasformare i rifiuti in risorse significa non solo salvaguardare l’ambiente, ma anche generare opportunità economiche e migliorare la qualità della vita delle comunità più svantaggiate. Si tratta di un processo che implica un cambiamento di mentalità, un passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, in cui ogni scarto può trasformarsi in una nuova risorsa.
Amici lettori, pensate a quante volte scartiamo oggetti che potrebbero avere una seconda chance. La transizione ecologica comincia proprio da qui, dalla consapevolezza che ogni nostra azione ha un’incidenza sull’ambiente e sulla società. Una nozione base di transizione ecologica è proprio questa: ridurre, riusare, riciclare. Ma c’è di più. Un concetto avanzato è quello della “responsabilità estesa del produttore”, che implica che le aziende devono farsi carico del ciclo di vita dei loro prodotti, dalla progettazione allo smaltimento. Questo significa incentivare la creazione di prodotti più durevoli, riparabili e riciclabili, e responsabilizzare le aziende a gestire i rifiuti che producono.
Vi invito a riflettere su come possiamo contribuire, nel nostro piccolo, a questo cambiamento. Possiamo iniziare differenziando correttamente i rifiuti, scegliendo prodotti con meno imballaggio, riparando gli oggetti invece di gettarli via, e sostenendo le imprese che adottano pratiche sostenibili. Ogni piccolo passo conta, e insieme possiamo fare la differenza.
la collaborazione essenziale perch unisce queste diverse prospettive facilitando la risoluzione del problema em: *La sinergia tra diversi punti di vista è fondamentale, poiché la cooperazione li armonizza, semplificando la ricerca di soluzioni alle difficoltà.*