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Scandalo: lobbisti fossili infiltrano la COP30 e minacciano il futuro climatico

La massiccia presenza di lobbisti dei combustibili fossili alla COP30 solleva gravi preoccupazioni sull'integrità dei negoziati climatici e sulla reale volontà di alcuni paesi di impegnarsi in una transizione energetica seria e giusta.
  • Alla COP30, 1 delegato ogni 25 era un sostenitore dei combustibili fossili.
  • I lobbisti fossili superano di 50 volte i delegati delle Filippine.
  • Circa 600 lobbisti hanno ottenuto l'accesso tramite il "party overflow".

un’analisi approfondita

La COP30, svoltasi a Belém, in Brasile, si è manifestata come un punto focale di interessi divergenti, con una cospicua presenza di rappresentanti dell’industria dei combustibili fossili che ha destato gravi inquietudini sull’onestà e l’efficacia delle trattative sul clima. Stando a una valutazione congiunta di Fossil Free Politics (FFP) e Kick Big Polluters Out (KBPO), un delegato ogni 25 era un sostenitore dei combustibili fossili, evidenziando la percentuale più alta mai documentata in una conferenza sul clima. Questo dato allarmante mette in luce l’ascendente crescente delle società inquinanti nei dibattiti che dovrebbero stabilire le linee guida globali per contrastare il surriscaldamento del pianeta.

Malgrado il numero complessivo di rappresentanti (1602) sia inferiore rispetto alle COP precedenti, come la COP29 in Azerbaigian (1773) e la COP28 a Dubai (2456), la proporzione rispetto al numero totale di delegati è aumentata del 12% rispetto alla COP29. Questo incremento percentuale evidenzia come l’industria dei combustibili fossili stia intensificando i propri sforzi per influenzare le decisioni politiche a proprio vantaggio, minando gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica.

La presenza di questi lobbisti solleva interrogativi sulla reale volontà di alcuni paesi di impegnarsi in una transizione energetica seria e giusta. Come ha affermato Liliana Buitrago dell’associazione Pacto Ecosocial del Sur, “i tentacoli delle società estrattive si stanno diffondendo nei tavoli di discussione e negli spazi decisionali, contribuendo a un’irreparabile inazione climatica”.

La composizione delle delegazioni e il ruolo dei governi

L’analisi rivela che, se i lobbisti dei combustibili fossili fossero un paese, avrebbero la seconda delegazione più numerosa alla COP30, superati solo dal Brasile, il paese ospitante. Questo dato è ancora più preoccupante se si considera che il numero di lobbisti supera di gran lunga quello dei delegati dei paesi più vulnerabili al cambiamento climatico. Ad esempio, i lobbisti sono 50 volte più numerosi dei delegati delle Filippine, un paese gravemente colpito dagli eventi meteorologici estremi.

Un aspetto critico è il modo in cui questi lobbisti ottengono l’accesso alla COP. Molti di loro si infiltrano nelle delegazioni dei singoli paesi attraverso il meccanismo del “party overflow”, ovvero sono invitati “in eccesso” rispetto ai delegati ufficiali. Secondo KBPO, circa 600 lobbisti hanno ottenuto l’accesso in questo modo. L’Italia, insieme a Francia e Svezia, è tra i paesi dell’Unione Europea che hanno portato il maggior numero di lobbisti di combustibili fossili nelle proprie delegazioni.

La presenza di lobbisti all’interno delle delegazioni governative solleva dubbi sulla coerenza tra gli obiettivi climatici dichiarati e le azioni concrete intraprese. Secondo Kim Clae di Friends of the Earth Europe, *questo scenario rischia di trasformare i negoziati delle Nazioni Unite in una vetrina per operazioni di facciata ecologica, anziché in un contesto in cui si opera concretamente per mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C.*

Cosa ne pensi?
  • Finalmente qualcuno che ha il coraggio di denunciare......
  • Ma siamo sicuri che i lobbisti siano il vero problema 🤔......
  • Un delegato ogni 25 è un lobbista fossile 😲...e allora?...

Le strategie dei lobbisti e l’influenza sulle politiche climatiche

I lobbisti dei combustibili fossili impiegano diverse tattiche per influenzare le decisioni sul clima. Prendono parte alle discussioni ufficiali, intessono relazioni con i delegati di altre nazioni e si adoperano per stabilire legami solidi con i rispettivi esecutivi. In questo modo, possono influire sulle scelte politiche, attenuando gli obiettivi di riduzione delle emissioni o posticipandone la realizzazione, a beneficio delle proprie imprese.

Un esempio emblematico è quanto accaduto alla COP29 a Baku, dove Elnur Soltanov, vice ministro dell’Energia dell’Azerbaigian e membro del consiglio di amministrazione della State Oil Company of Azerbaijan Republic (SOCAR), ha sfruttato il suo ruolo di amministratore della COP per discutere di potenziali accordi sui combustibili fossili. Questo episodio dimostra come la presenza di persone con interessi diretti nell’industria dei combustibili fossili possa compromettere l’integrità dei negoziati sul clima.

Elena Gerebizza, attivista per l’energia e le infrastrutture di ReCommon, ha evidenziato come i lobbisti promuovano “soluzioni” che vanno bene per i loro affari ma non per le persone e il clima, come la cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), l’idrogeno e il biogas, che spesso vengono utilizzati come greenwashing per giustificare l’espansione dell’estrazione di petrolio e gas.

Verso una maggiore trasparenza e responsabilità

La massiccia presenza di lobbisti dei combustibili fossili alla COP30 ha rafforzato la richiesta di proteggere i negoziati delle Nazioni Unite sul clima attraverso l’adozione di politiche chiare in materia di conflitti di interesse e misure di responsabilità. La coalizione Kick Big Polluters Out chiede che tali conflitti di interesse vengano affrontati, con il sostegno di paesi che rappresentano collettivamente oltre il 70% della popolazione mondiale.

Laura Greco di A Sud ha sottolineato che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni sulla trasparenza, manca ancora un “firewall” che impedisca alle imprese fossili di partecipare ai negoziati o di sponsorizzarli. È fondamentale che l’UNFCCC (la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) agisca in tal senso.

Michele Vannucchi di Fondazione Openpolis ha evidenziato la necessità di un maggiore confronto pubblico sull’opportunità di accreditare lobbisti del settore fossile alle COP. Ha auspicato che in futuro l’esecutivo presenti in parlamento l’elenco delle persone a cui ha fornito un accredito, spiegando il motivo di tale decisione.

Un Futuro Sostenibile: Oltre l’Influenza Fossile

La transizione ecologica non è solo un obiettivo ambientale, ma un imperativo economico e sociale. La presenza massiccia di lobbisti del settore fossile alle COP evidenzia una sfida cruciale: come garantire che le decisioni sul clima siano guidate dall’interesse pubblico e non da interessi privati. La trasparenza, la responsabilità e la partecipazione inclusiva sono elementi chiave per superare questa sfida e costruire un futuro sostenibile per tutti.

Nozione base di transizione ecologica: La transizione ecologica implica un cambiamento radicale nel modo in cui produciamo e consumiamo energia, passando da fonti fossili a fonti rinnovabili come il solare, l’eolico e l’idroelettrico. Questo processo richiede investimenti significativi in nuove tecnologie, infrastrutture e competenze, ma offre anche opportunità di crescita economica e creazione di posti di lavoro.

Nozione avanzata di transizione ecologica: La transizione ecologica non si limita alla decarbonizzazione del settore energetico, ma coinvolge anche la trasformazione dei sistemi alimentari, dei trasporti, dell’industria e dell’edilizia. Un approccio integrato e sistemico è essenziale per affrontare le sfide complesse del cambiamento climatico e garantire una transizione giusta ed equa per tutti.

Riflettiamo: In un mondo sempre più consapevole dell’urgenza di agire contro il cambiamento climatico, la presenza di lobbisti del settore fossile alle COP solleva interrogativi profondi sulla nostra capacità di prendere decisioni nell’interesse del pianeta e delle generazioni future. Cosa possiamo fare, come cittadini e come società, per garantire che la voce della scienza e della ragione prevalga sugli interessi particolari?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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