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Scandalo eolico: TAR del Lazio ribalta le regole, cosa succederà ora?

La sentenza del TAR mette in discussione la pianificazione energetica nazionale. Scopri come questa decisione impatterà sullo sviluppo delle rinnovabili e sulla tutela del territorio italiano.
  • Il TAR impone modifiche al decreto entro 60 giorni.
  • Invalidati i commi 2 e 3 dell'articolo 7.
  • Fasce di esclusione fino a 7 chilometri contestate.

Il pronunciamento del TAR risalente al 18/05/2025 si origina da un contenzioso sollevato dall’Associazione delle Energie Rinnovabili Eoliche (ANEV) ed evidenzia i limiti legati all’ampia discrezionalità concessa alle varie regioni riguardo alla selezione dei territori appropriati per installare questi impianti. A fronte di ciò, il Ministero dell’Ambiente è chiamato ad apportare modifiche al decreto entro un termine di *60 giorni, come indicato dal tribunale.
La pronuncia giudiziaria ha invalidato i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del decreto contestato, poiché si considera che tale normativa possa ostacolare un avanzamento coerente ed equo nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili su scala nazionale. Piuttosto che fornire direttive chiare applicabili uniformemente sul territorio nazionale, il provvedimento delegava ai singoli enti regionali la responsabilità finale nella determinazione degli spazi considerati idonei; una situazione capace di generare differenze significative oltre a creare complessità amministrative per coloro che operano nel settore.

In tal senso, la tematica relativa all’identificazione dei siti appropriati riveste un’importanza fondamentale nell’accelerazione della transizione ecologica necessaria al conseguimento degli ambiziosi traguardi europei in materia di decarbonizzazione.

Un’aleatorietà normativa, caratterizzata da una sua intrinseca frammentazione, ha il potere di ostacolare in modo significativo l’afflusso di capitali e impedire la creazione di infrastrutture innovative. Questo scenario comporta effetti deleteri sull’autonomia energetica nazionale, nonché sulla battaglia contro i disequilibri climatici.

Reazioni e Contromisure: Un Panorama Politico e Amministrativo in Movimento

La decisione del TAR ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo politico e amministrativo. Mentre alcuni esponenti politici, come la senatrice Aurora Floridia dei Verdi, parlano di una “sonora battuta d’arresto” per il governo, altri, come l’assessore all’Ambiente dell’Umbria, Thomas De Luca, sottolineano la necessità di rispettare le sentenze e adeguare le normative regionali alle indicazioni del tribunale.

Diverse regioni, tra cui Sardegna, Umbria, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, avevano già avviato o completato l’iter per l’adozione di leggi regionali sulle aree idonee. La sentenza del TAR impone ora a queste regioni di rivedere i propri piani e allinearli ai principi stabiliti a livello nazionale.

L’ANEV aveva contestato in particolare la norma che consentiva alle regioni di stabilire fasce di esclusione fino a 7 chilometri intorno ai beni tutelati, ritenendo che ciò avrebbe reso inaccessibile una porzione significativa del territorio nazionale per gli impianti di rinnovabili. Questa preoccupazione è stata condivisa dal TAR, che ha riconosciuto la necessità di un equilibrio tra la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico e lo sviluppo delle energie pulite.

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dato rassicurazioni che l’esecutivo interverrà per apportare “i correttivi necessari” al provvedimento normativo, conformandolo alle indicazioni del tribunale amministrativo regionale. Resta da vedere quali saranno le modifiche concrete che verranno introdotte e se esse saranno in grado di superare le criticità evidenziate dalla sentenza.

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  • Ottima notizia! Un passo avanti per le rinnovabili, ma......
  • E se invece di bloccare tutto, trovassimo un modo... 🤔......

L’Allarme dei Sindaci Marchigiani e la Necessità di una Pianificazione Strategica

Nelle Marche, la notizia dell’annullamento parziale del decreto ha suscitato reazioni contrastanti tra i sindaci. Da un lato, c’è chi esulta per la possibilità di proteggere i territori dall'”assalto” degli impianti eolici, temendo un impatto negativo sul paesaggio e sull’ambiente. Dall’altro, c’è chi esprime preoccupazione per il vuoto normativo che si è creato e chiede una pianificazione strategica a livello nazionale.

Alcuni sindaci, come Romina Pierantoni di Borgo Pace, sottolineano la necessità di “mettere in sicurezza realmente i territori interni che vivono di paesaggio” e di tenere conto dei pareri negativi espressi dai comuni e dalla regione. Altri, come l’ex sindaco di Fratte Rosa, Adele Berti, invocano un coinvolgimento attivo delle regioni e degli enti locali nella pianificazione energetica, con una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) degli impianti.

Il sindaco di Caldarola, Giuseppe Fabbroni, ha avanzato la proposta di sospendere la valutazione di tutti gli impianti attualmente in esame, in attesa dell’adozione di uno strumento di pianificazione che risulti efficace e in grado di tutelare il territorio.

Il dilemma espresso dalla figura in questione trova riscontro in numerosi sindaci e amministratori regionali, preoccupati che l’inadeguata regolamentazione possa condurre a un’espansione indiscriminata degli impianti per l’energia wind-powered. Questo fenomeno potrebbe compromettere non solo il panorama naturale ma anche le attività commerciali storicamente radicate nel territorio.

Nelle Marche si sta delineando una realtà caratterizzata da sfide complesse riguardanti le zone appropriate per tali impianti. Si rende necessario un approccio ponderato capace di congiungere esigenze disparate come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con la salvaguardia dell’ambiente e la promozione dei territori stessi. Una progettualità strategica elaborata a livello nazionale è cruciale; questa deve includere un dialogo proficuo con le regioni interessate e i vari enti locali così da prevenire dispute future assicurando il progresso sostenibile nell’ambito dell’energia rinnovabile.

Verso un Futuro Energetico Sostenibile: Equilibrio tra Sviluppo e Tutela

Il decreto relativo alle aree idonee sottolinea quanto sia articolata la transizione energetica, evidenziando l’urgenza di bilanciare il progresso nel settore delle energie rinnovabili con le esigenze di salvaguardia territoriale. La decisione emanata dal TAR del Lazio si presenta come una concreta possibilità per ripensare profondamente l’attuale strategia nazionale; sarà dunque necessario stabilire norme decisamente più esplicite e inclusive che possano stimolare uno sviluppo energeticamente sostenibile e in linea con i valori della conservazione ambientale.

È imperativo che vi sia una cooperazione efficace tra governo, regioni ed enti locali al fine di identificare localizzazioni idonee all’installazione degli impianti dedicati all’energia eolica e al solare fotovoltaico, considerando attentamente le peculiarità geografiche, nonché le necessarie misure protettive ambientali assieme alle legittime attese da parte della popolazione locale. Adottare modalità operative partecipative oltre a garantire trasparenza appare vitale onde risolvere potenziali opposizioni verso questo tipo d’iniziativa, mirando così alla costruzione di un avvenire energetico proteso alla sostenibilità dell’intera nazione.

Non è solo una questione riguardante aspetti tecnologici: la transizione ecologica coinvolge dimensioni sociali e culturali imprescindibili. Esige pertanto una profonda revisione dei modelli mentali vigenti insieme a uno sforzo corale volto a minimizzare l’effetto deleterio sull’ambiente provocato dalle nostre pratiche quotidiane mentre si cerca impulso a sviluppare modi d’esistere migliori in ossequio nei confronti della Terra stessa.

Rinnovabili e Territorio: Un Equilibrio Possibile

Riconosciamo pure che il tema della transizione ecologica possa apparire distante o poco tangibile; tuttavia, esso si manifesta concretamente nella nostra quotidianità. Riflettendo su come generiamo ed utilizziamo l’energia, viene alla luce l’importanza delle fonti rinnovabili, quali sole e vento: risorse fondamentali da gestire con intelligenza per garantire una sostenibilità duratura.

Una comprensione basilare della transizione ecologica consiste nell’adeguarsi al cambiamento da un paradigma energetico fondato sui combustibili fossili, notoriamente dannosi per l’ambiente ed esauribili nel tempo, verso uno orientato alle fonti pulite ed inesauribili derivanti dalla natura stessa. Tuttavia, tale metamorfosi presenta notevoli sfide pratiche richiedenti profonde riflessioni sui nostri comportamenti attuali.

Non fermiamoci qui: una visione più approfondita della transizione ecologica ci invita ad ampliare lo sguardo dal solo aspetto produttivo dell’energia al suo impiego effettivo. È imperativo apprendere modalità per ridurre i consumi energetici all’insegna dell’efficienza massimale; così facendo, potremo evitare sprechi significativi perseguendo scelte più consapevoli nei nostri stili di vita.

In altre parole, ciò comporta una maggiore efficienza nell’isolamento degli edifici domestici*, l’uso di elettrodomestici a basso consumo energetico nonché la preferenza verso mezzi pubblici o biciclette invece dell’auto privata.

L’argomento relativo alle zone appropriate per gli impianti destinati alle energie rinnovabili costituisce un chiaro esempio delle dinamiche conflittuali che possono sorgere nella transizione ecologica. Infatti, c’è una spinta forte verso la necessità imprescindibile di produrre energia pulita per abbattere le emissioni nocive e contrastare i cambiamenti climatici; tuttavia risuona anche una fervente preoccupazione circa il mantenimento del paesaggio naturale, in quanto rischio che potrebbe minacciare l’estetica oltre alla biodiversità locale.

Per affrontare questa sfida è essenziale raggiungere un bilanciamento accorto fra tali imperativi; questo implica selezionare con attenzione le aree particolarmente adatte all’installazione degli impianti rinnovabili. Inoltre sarà fondamentale adottare soluzioni tecnologiche con caratteristiche tali da attenuare qualsiasi potenziale danno ambientale. In particolare, deve essere promossa una comunicazione fluida fra tutte le parti interessate così da aggirare ostacoli al dialogo costruttivo necessario per plasmare uno scenario energetico duraturo nel nostro paese.

Consideriamo un istante la seguente questione: in quale misura siamo in grado di agire nel nostro quotidiano per favorire la transizione ecologica? È fondamentale chiederci quali siano i livelli dei nostri consumi energetici e riflettere sulle modalità per ridurli efficacemente. Un ulteriore aspetto da esplorare è l’identificazione delle fonti rinnovabili più idonee al contesto del nostro territorio. Rispondere a queste domande non solo ci aiuta a maturare una coscienza civile più profonda, ma anche a diventare individui maggiormente responsabili. Tale consapevolezza ci offre l’opportunità di operare scelte mirate al rispetto dell’ambiente e alla salvaguardia del futuro delle generazioni a venire.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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