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- Impatto negativo fino al 25% dell'utile entro il 2030.
- Fino a 15 giorni con oltre 40 gradi nel 2025.
- Perdite fino al 15% dei ricavi annui da eventi estremi.
L’aumento delle temperature e la frequenza di eventi climatici estremi, come le alluvioni, minacciano di compromettere seriamente la redditività delle aziende italiane. Uno studio recente evidenzia come le imprese più esposte alla transizione energetica potrebbero subire un impatto negativo fino al 25% dell’utile cumulato entro il 2030.
Impatto Economico e Settori a Rischio
Il passaggio a un’economia sostenibile non si limita a cambiare le regole del gioco sul mercato, ma modifica profondamente il modo in cui le imprese operano e si procurano finanziamenti. Secondo la boutique finanziaria Wieldmore (WM), alcune zone del Nord Italia potrebbero dover affrontare fino a 15 giorni con temperature superiori ai 40 gradi già nel 2025. Questa eventualità potrebbe costringere le attività a interrompere la produzione per rispettare le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Lo studio di WM prevede che il 2026 sarà l’anno in cui il costo delle politiche climatiche europee inizierà a pesare sui bilanci aziendali. Regolamentazioni quali l’Ets (sistema di scambio di quote di emissione), il Cbam (meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere) e l’Eudr (regolamento UE sulla deforestazione) influenzeranno una porzione significativa del PIL europeo. I comparti più vulnerabili a tale evoluzione comprendono la metallurgia, il settore energetico, l’agricoltura, l’edilizia, la logistica e l’industria manifatturiera pesante. Alluminio, ferro, energia elettrica, caffè, soia, cacao, pasta di legno, calcestruzzo, acciaio e concimi sono tra le risorse più a rischio.

- Ottimo articolo, finalmente qualcuno che parla chiaro sui rischi......
- Catastrofismo inutile, le aziende si sono sempre adattate......
- E se invece il problema fosse il modello economico stesso...? 🌍🤔......
Strategie di Mitigazione del Rischio
Per far fronte a questa sfida, le imprese saranno chiamate a ripensare radicalmente le proprie modalità operative e la propria strategia. Sarà essenziale adottare sistemi di monitoraggio più evoluti per controllare con precisione costi e provenienza delle materie prime. Questo implicherà abbandonare gli acquisti impulsivi in favore di una pianificazione a lungo termine, capace di proteggere dai futuri rincari. Le aziende di maggiori dimensioni dovranno inoltre fornire sostegno ai fornitori più piccoli, spesso elementi cruciali delle filiere ma più vulnerabili ai nuovi oneri della transizione.
In ambito finanziario, dato che le banche mostreranno una crescente selettività verso i settori inquinanti, sarà indispensabile ricercare vie di finanziamento innovative per sostenere gli investimenti a favore del verde. La pianificazione degli investimenti dovrebbe orientarsi verso soluzioni definitive, come il passaggio dal gas all’elettrico, evitando soluzioni temporanee che si riveleranno più costose nel tempo. Da ultimo, le aziende non potranno più permettersi di ignorare i pericoli derivanti da eventi climatici estremi. Sarà cruciale elaborare piani di emergenza per gestire fenomeni come ondate di calore, alluvioni e altri eventi capaci di paralizzare la produzione e causare perdite fino al 15% dei ricavi annui.
Il Ruolo delle Politiche Europee
Le normative europee, come l’Ets, il Cbam e l’Eudr, avranno un impatto significativo sui costi operativi delle imprese. L’esaurimento delle quote gratuite Ets, l’aumento del prezzo della CO2, l’incremento dei costi per l’importazione di materie prime da paesi extra-UE a causa del Cbam, e le conseguenze dirette degli eventi climatici estremi sulle catene di produzione, sono tutti fattori che concorreranno a questa vulnerabilità.
Secondo gli specialisti, le aziende italiane “non possono permettersi di ignorare gli effetti cumulativi della transizione: serve un piano di mitigazione del rischio che includa pianificazione capex, coperture finanziarie, visibilità sulla supply chain e accesso a canali di funding alternativi al credito bancario tradizionale”. Il biennio 2025-2026 si preannuncia cruciale per scongiurare uno shock sia economico che ambientale.
Verso un Futuro Sostenibile: Un Imperativo Economico
La transizione ecologica non rappresenta più solamente una questione di tutela ambientale, ma un vero e proprio imperativo economico. Le aziende che sapranno adattarsi rapidamente e adottare strategie innovative per mitigare i rischi legati al cambiamento climatico saranno quelle destinate a prosperare nel futuro. Ignorare questa realtà potrebbe comportare costi elevati, con significative perdite di utili e una riduzione della competitività.
Amici lettori, la transizione ecologica è un tema che ci riguarda tutti da vicino. Una nozione base da tenere a mente è che l’economia circolare, ovvero un modello di produzione e consumo che prevede il riutilizzo, la riparazione e il riciclo dei materiali, è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività economiche. Un concetto più avanzato è quello della carbon neutrality, che implica la compensazione delle emissioni di gas serra attraverso progetti di riforestazione o l’utilizzo di tecnologie a basse emissioni.
Riflettiamo su come le nostre scelte quotidiane, sia come consumatori che come professionisti, possano contribuire a un futuro più sostenibile. Ogni piccolo passo conta, e insieme possiamo fare la differenza.
- Pagina delle pubblicazioni di BCG, utile per lo studio citato.
- Approfondimenti sul sistema EU ETS, rilevante per le politiche climatiche europee.
- Documento ufficiale del Parlamento Europeo sul meccanismo di adeguamento del carbonio.
- Dettagli sul Regolamento EUDR, rilevante per aziende e deforestazione.