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Materie prime critiche: l’Europa verso l’autosufficienza?

Il 'Critical Raw Materials Act' e le iniziative italiane per ridurre la dipendenza da paesi terzi e promuovere un'economia circolare sostenibile, tra nuove scoperte e sfide tecnologiche.
  • Entro il 2040, la transizione energetica influenzerà per il 40% la domanda di rame e terre rare.
  • Il fabbisogno europeo di batterie al litio aumenterà di 12 volte entro il 2030.
  • L'europa punta a estrarre il 10% delle materie prime critiche consumate.

La transizione energetica su scala globale è intimamente legata a un insieme di 34 materie prime cruciali, con una particolare rilevanza per 17 elementi strategici, universalmente conosciuti come terre rare. Questi materiali, tra cui spiccano rame, litio, cobalto, nichel e silicio, non sono solo essenziali per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili come i sistemi solari e le turbine eoliche, ma svolgono anche un ruolo cardine nella produzione di microchip, dispositivi elettronici e veicoli alimentati elettricamente. La Commissione Europea segue con attenzione e aggiorna costantemente questa lista di materiali di importanza critica, ribadendone il peso strategico.

L’Indissolubile Legame tra Transizione Energetica e Semiconduttori

Il collegamento tra il passaggio a un’energia sostenibile e i semiconduttori è indiscutibile. Le tecnologie che sostengono la digitalizzazione e l’innovazione, come i chip utilizzati in computer, smartphone e sistemi intelligenti, dipendono fortemente dall’utilizzo di queste materie prime fondamentali. In un contesto geopolitico in continua evoluzione, l’Europa si trova di fronte a una sfida cruciale: raggiungere l’autosufficienza sia per quanto riguarda l’acquisizione dei minerali critici, sia per quanto concerne la loro trasformazione. Il Critical Raw Materials Act, ratificato nel maggio del 2024, si prefigge di ridurre i potenziali rischi legati all’approvvigionamento e di diminuire la dipendenza da paesi terzi, sostenendo nel contempo una gestione responsabile dei minerali attraverso l’economia circolare e pratiche estrattive rispettose dell’ambiente.

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  • 🌍 Ottimo articolo! L'Europa sta finalmente prendendo coscienza......
  • 🤔 Autosufficienza? Un'utopia irrealizzabile con le attuali......
  • 🔄 Interessante la simbiosi industriale: e se trasformassimo ogni rifiuto......

La Dipendenza Europea e le Iniziative Legislative

La domanda crescente di tecnologie per l’economia verde e la digitalizzazione ha causato un’impennata esponenziale del bisogno di materie prime critiche. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) prevede che, entro il 2040, la transizione energetica influenzerà per il 40% la domanda complessiva di rame e terre rare, per il 60-70% quella di nichel e cobalto e per quasi il 90% quella di litio. In Europa, si stima che il fabbisogno di batterie al litio aumenterà di ben 12 volte entro il 2030, mentre quello di terre rare sarà superiore di 5-6 volte. Nonostante le recenti scoperte di nuovi giacimenti di terre rare in Svezia e Norvegia tra il 2023 e il 2024, l’Europa rimane fortemente dipendente dall’importazione di questi materiali da paesi extra-europei. Ad esempio, la Repubblica Democratica del Congo fornisce il 63% del cobalto mondiale utilizzato nelle batterie, mentre la Cina controlla il 97% delle forniture di magnesio all’UE e la totalità delle terre rare raffinate necessarie alla produzione di magneti permanenti.

Per contrastare questa dipendenza, il Critical Raw Materials Act promuove un approccio integrato che include l’economia circolare, attività estrattive sostenibili e collaborazioni internazionali. Tra gli obiettivi ambiziosi figurano:
L’estrazione del 10% delle materie prime critiche consumate in Europa sul territorio europeo.
La trasformazione del 40% del consumo di materie prime critiche in Europa.
Almeno il 25% del consumo europeo derivante dal riciclo.
La dipendenza da un singolo paese fornitore non deve superare il 65%.
Anche l’Italia sta agendo in questa direzione. Il 20 giugno 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge 84/2024, con lo scopo di assicurare un rifornimento sicuro e sostenibile di minerali critici tramite l’estrazione, il recupero e l’economia circolare. L’ISPRA avrà il compito di realizzare la mappatura dei minerali, effettuare analisi geognostiche ed elaborare i dati raccolti. Attualmente, in Italia sono operative 76 miniere, di cui 22 estraggono materie prime critiche, soprattutto feldspato e fluorite, con potenziali giacimenti di litio e altri minerali strategici. Il decreto intende semplificare la ricerca di minerali critici e introduce un “Piano di recupero di materie prime dai rifiuti di estrazione storici”, per estrarre e recuperare materiali strategici dai depositi di scarti minerari in modo ecologicamente responsabile.

Sfide e Opportunità dell’Economia Circolare

L’economia circolare e il recupero di materie prime critiche presentano sfide significative. Ad esempio, il rame, impiegato in infrastrutture di lunga durata, ha un tasso di riciclo globale di solo il 32%, poiché il 75% del rame utilizzato nell’ultimo secolo è ancora in circolo. Le prospettive di recupero per altri minerali critici sono inferiori a causa di limitazioni tecnologiche e infrastrutturali. In Italia, anche con un’economia circolare efficace, il riciclo potrà coprire solo il 20-32% del fabbisogno nazionale di materie prime strategiche entro il 2040. Per incrementare tale capacità, è indispensabile rafforzare e innovare il settore impiantistico italiano ed europeo, come sta cercando di fare RigeneRare, un polo promosso dalla multiutility Iren per il recupero e il riutilizzo delle materie prime critiche.

Verso un Futuro Sostenibile: Innovazione e Riciclo

La IEA evidenzia come un impiego più efficiente dei materiali possa ridurre la richiesta di materie prime critiche. L’innovazione, come la diminuzione del contenuto di cobalto nelle batterie, e la sostituzione dei materiali, ad esempio con tecnologie fotovoltaiche basate sulla perovskite, rivestono un ruolo essenziale. Il riciclo e la produzione di materie prime seconde sono altrettanto rilevanti. Mentre alcuni metalli come il nichel presentano alti tassi di riciclo (60%), altri come il rame (46%) e il cobalto (32%) offrono ampi margini di miglioramento. Materiali come il litio e le terre rare hanno tassi di riciclaggio inferiori all’1% a causa della loro bassa concentrazione nei prodotti finali e della carenza di strutture adeguate. Tuttavia, è atteso un aumento considerevole nella produzione di materia prima secondaria dopo il 2030, quando i materiali critici immessi sul mercato a partire dal 2020 diventeranno recuperabili tramite riciclo. L’IEA prevede che la produzione secondaria di litio raggiungerà quasi il 35% nel 2050.

Un Orizzonte di Sostenibilità: Collaborazione e Consapevolezza

La sfida delle materie prime critiche esige un approccio comprensivo che unisca innovazione tecnologica, politiche di economia circolare e cooperazioni internazionali. L’Europa, tramite il suo Critical Raw Materials Act, si adopera per ridurre la sua vulnerabilità e promuovere una gestione sostenibile delle risorse. L’Italia, attraverso iniziative come il decreto legge 84/2024 e progetti quali RigeneRare, è impegnata a potenziare la sua filiera impiantistica e a valorizzare il recupero e il riutilizzo delle materie prime critiche. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione a lungo termine sarà possibile garantire un futuro sostenibile e resiliente per le prossime generazioni.

Amici, la transizione ecologica non è solo una questione di energia pulita, ma anche di come gestiamo le risorse del nostro pianeta. L’economia circolare, in questo contesto, è fondamentale: invece di estrarre, usare e gettare, dobbiamo imparare a riutilizzare e riciclare. Pensate a una bottiglia di plastica: invece di finire in discarica, può essere trasformata in un nuovo oggetto, riducendo la necessità di estrarre nuovo petrolio.

E qui entra in gioco un concetto più avanzato: la simbiosi industriale. Immaginate che un’azienda produca un rifiuto che per lei non ha valore, ma che per un’altra azienda può diventare una materia prima. Questo scambio virtuoso non solo riduce i rifiuti, ma crea anche nuove opportunità economiche e rafforza la resilienza delle nostre economie.

Riflettete: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contribuire a questa transizione? Forse iniziare a differenziare meglio i rifiuti, o a scegliere prodotti con imballaggi riciclabili. Ogni piccolo gesto conta, e insieme possiamo fare la differenza.

* Almeno un quarto del consumo complessivo in Europa deve provenire da operazioni di riciclaggio.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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