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- Entro il 2050, circa 140 milioni di impianti solari saranno dismessi.
- La spesa per smaltire questi impianti ammonterà a 762 milioni di euro.
- Il modello generazionale riduce il contributo ambientale per i produttori.
L’aumento in questione riveste una doppia natura: da un lato è essenziale per conseguire i traguardi prefissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC); dall’altro lato però insorge la necessità di porre attenzione su come verranno gestiti a termine i pannelli fotovoltaici, noti anche come _Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE)_. Il recentissimo provvedimento della Legge di Delegazione Europea del 2024, identificata dalla codifica (Legge 13 giugno 2025, n. 91), il quale si attiene alla Direttiva (UE) 2024/884, si presenta come una possibilità importante per riformulare l’approccio alla finanza e alla gestione relativa a questi materiali dismessi; questo soprattutto considerando l’inevitabile innalzamento delle quantità negli anni futuri.
Il modello attuale: un sistema a rischio di insufficienza
L’attuale meccanismo attraverso cui vengono finanziati i pannelli fotovoltaici privi di incentivi è costruito sull’accantonamento obbligatorio di un _contributo ambientale_, amministrato tramite fondi trust da consorzi adibiti alla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Tale onere economico viene corrisposto nel momento in cui si avvia la commercializzazione e deve servire a fronteggiare spese inerenti al ritiro dalla circolazione commerciale, al trasporto stesso e alle fasi successive: trattamento e smaltimento della tecnologia una volta giunta alla sua naturale scadenza. Diverse indagini hanno però messo in rilievo una problematicità fondamentale: l’eccessiva concorrenza fra vari consorzi EPR ha provocato un’inevitabile riduzione dei contributi ambientali previsti. Ciò porta alla preoccupante eventualità che le risorse accumulate possano risultare insufficienti rispetto ai costi effettivamente necessari per una corretta gestione delle operazioni. È previsto che nei prossimi decenni – precisamente tra il 2025 e il 2050 – verranno dismessi all’incirca 140 milioni di impianti solari non soggetti ad alcun incentivo statale; ciò implica una spesa complessiva di circa 762 milioni di euro. Una tale prospettiva sottolinea chiaramente l’urgenza di un ripensamento radicale affinché venga assicurata la sostenibilità sia economica che ecologica dell’intero sistema attuale.
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La proposta del modello generazionale: una svolta per la sostenibilità
In risposta alle criticità del modello attuale, viene proposto un sistema di finanziamento alternativo basato sulla logica generazionale, già applicato con successo ad altre categorie di RAEE. La base di questo modello è il principio del “Pay-As-You-Go”: i produttori che commercializzano pannelli in un dato anno si fanno carico direttamente delle spese di gestione dei rifiuti prodotti in quello stesso periodo. Ciò significa che si passa da una logica in cui ciascun produttore è singolarmente responsabile dei propri pannelli, a una in cui tutti i produttori attivi concorrono in modo congiunto alla copertura dei costi, in proporzione alla loro quota di mercato nell’anno precedente. Tale sistema assicurerebbe una copertura integrale delle spese di gestione tramite un contributo ambientale equo, calibrato sui costi effettivi di trattamento per unità, promuovendo contemporaneamente la raccolta e minimizzando il rischio di smaltimenti non autorizzati. L’adozione del modello generazionale potrebbe portare a una riduzione del contributo ambientale a carico dei produttori, incentivando indirettamente la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici.

Verso un futuro sostenibile: responsabilità condivisa e trasparenza
Il passaggio al modello generazionale rappresenta un’opportunità per rafforzare la filiera nazionale del riciclo e valorizzare le materie prime seconde contenute nei pannelli fotovoltaici. Si suggerisce inoltre di eliminare l’attuale distinzione tra pannelli destinati a uso “domestico” e quelli “professionali”, e di creare una categoria specifica di RAEE (R6) per potenziare la trasparenza e la tracciabilità dei flussi. _Questo approccio integrato, che coinvolge produttori, consorzi, istituzioni e cittadini, è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per il settore fotovoltaico italiano_.
Un Nuovo Orizzonte per la Gestione dei Rifiuti Fotovoltaici: Dalla Crisi all’Opportunità
L’emergenza della transizione verso un modello generazionale nel trattamento dei rifiuti derivanti dai pannelli fotovoltaici si configura non soltanto come un’esigenza impellente, bensì come una chance concreta per convertire quello che potrebbe risultare in una crisi in uno stimolo verso _una crescita sostenibile_. Accogliere questa evoluzione comporta il vantaggio di tutelare non solamente l’ambiente e la salute collettiva, ma altresì favorire delle innovazioni tecnologiche efficaci, con l’intento di generare nuovi posti occupazionali oltre a consolidare le basi competitive del comparto energetico solare italiano.
Invitiamo tutti voi a considerarlo: quella singola unità costituita da pannelli fotovoltaici dismessi rappresenta ben più di una mera categoria di “rifiuti”; essa funge da serbatoio colmo di materie prime altamente valorizzabili ed essenziali da reinserire all’interno del processo produttivo. L’obiettivo consiste nell’ideazione di un meccanismo che si presenti come _efficientemente efficace_, e al contempo _dianamente chiaro_, capace di riconvertire i materiali di scarto in risorse inedite. Questa innovazione avrà l’effetto di favorire uno sviluppo orientato verso la sostenibilità globale per l’intera comunità.








