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Logistica sostenibile: luci e ombre, cosa rivela l’analisi del settore

Un'analisi approfondita delle iniziative virtuose, dei rischi di greenwashing e delle strategie per un futuro realmente sostenibile nel settore logistico, con un focus sulle nuove sfide e opportunità.
  • 8 milioni di euro: multa a GLS per greenwashing.
  • 50%: energia rinnovabile per container in acciaio verde.
  • 100%: pallet ATTA in cartone riciclato.

Il contesto attuale della logistica sostenibile

Nel contesto contemporaneo, il comparto logistico rappresenta un aspetto cruciale dell’economia attuale, confrontandosi in modo urgente con la necessità di bilanciare efficienza operativa e impegni ecologici. La crescente enfasi sulla sostenibilità ha messo in primo piano il concetto di logistica verde, uno schema strategico volto a minimizzare l’impatto negativo delle operazioni logistiche tramite variegate metodologie e pratiche innovative. L’evento annuale del Sustainability Award 2025 ha catalizzato interesse su tale questione, facendo emergere tanto gli esempi positivi quanto i punti critici ancora irrisolti.

Attualmente è diventato imperativo per tutti i paesi intraprendere una transizione verso modalità logistiche più eco-compatibili; ciò avviene grazie all’aumento della consapevolezza sui devastanti effetti ambientali delle metodologie tradizionali nel settore logistico. Tra gli aspetti problematici vi sono le emissioni nocive di gas serra, l’inquinamento atmosferico risultante dalle spedizioni e il dispendio inconsulto delle risorse naturali insieme al problema generato dai rifiuti prodotti. In questo contesto, le aziende sono chiamate a ripensare le proprie strategie e a implementare soluzioni innovative per ridurre il proprio impatto ambientale e contribuire a un futuro più sostenibile. Le nuove modalità di consumo, l’incertezza dei mercati e la crescente attenzione alla sostenibilità stanno ridisegnando il panorama del settore logistico, richiedendo maggiore collaborazione, efficienza e un approccio sempre più green. Il progetto “Supply Chain Lab”, un’iniziativa formativa promossa da GS1 Italy ed ECR Italia, rappresenta un esempio concreto di come il settore stia cercando di affrontare queste sfide, fornendo agli operatori del largo consumo gli strumenti e le conoscenze necessarie per adottare pratiche più sostenibili.

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Iniziative virtuose e best practice

Mi scuso, ma non hai fornito alcun testo da riscrivere. Ti prego di inviare il contenuto che desideri venga elaborato e sarò felice di aiutarti! Mi scuso, ma sembra che tu non abbia inserito alcun testo da riscrivere. Potresti gentilmente fornire il contenuto su cui lavorare? Grazie! In una collaborazione fruttuosa tra Grendi e Sicom Containers di Cherasco, sono stati introdotti dei container innovativi realizzati in acciaio verde e prodotti impiegando più del 50% dell’energia da fonti rinnovabili. Un’altra novità significativa proviene da AI Consult, la quale ha completamente trasformato il settore dei pallet grazie a ATTA, concepito interamente in cartone riciclato al 100%.
Parallelamente, anche la società LC3 Trasporti, insieme a SolarEdge e-Mobility, ha presentato il Powered Trailer: si tratta di un semirimorchio elettrico dotato della capacità unica di integrare tre diverse fonti energetiche: quella solare, quella generata dal recupero durante le fasi frenanti tramite dinamo e infine la rete elettrica tradizionale.
Queste iniziative non solo rappresentano uno sviluppo notevole per una logistica orientata alla sostenibilità; tuttavia, è fondamentale andare oltre le semplici proclamazioni affinché si possa effettuare una valutazione precisa dell’impatto reale derivante dall’implementazione delle stesse.

Le zone d’ombra e il rischio di greenwashing

Nonostante le numerose iniziative virtuose, il settore della logistica presenta ancora diverse zone d’ombra e il rischio di greenwashing è sempre presente. Il greenwashing è una pratica ingannevole che consiste nel promuovere un’immagine ecologica di un’azienda o di un prodotto senza un reale impegno verso la sostenibilità.

Un esempio emblematico di greenwashing nel settore logistico è il caso di GLS, multata dall’Antitrust per 8 milioni di euro per il suo programma “Climate Protect”. L’autorità ha accertato che GLS imponeva ai clienti un contributo per compensare le emissioni di CO2, senza però garantire la trasparenza e il rigore necessari in un settore così inquinante. Inoltre, i costi del programma venivano interamente scaricati sui clienti, mentre le società del gruppo incassavano contributi superiori ai costi sostenuti.

Questo caso dimostra che la sostenibilità non può essere solo una questione di marketing, ma deve essere un impegno concreto e verificabile. È indispensabile per le imprese adottare una postura di trasparenza, presentando dati dettagliati circa l’effetto delle loro operazioni sull’ambiente.
Una ricerca condotta da SOS Logistica ha messo in luce una notevole mancanza di chiarezza nelle comunicazioni aziendali riguardanti le misure adottate per la sostenibilità all’interno del settore. Allo stesso tempo, il sondaggio ha dimostrato come un numero significativo di consumatori esprima dubbi sulle dichiarazioni eco-compatibili fornite dalle compagnie, trovando difficile discernere fra iniziative autenticamente verdi ed inganni pubblicitari noti come greenwashing.

In questa prospettiva, appare essenziale per le società sottoporsi a controlli indipendenti ed acquisire certificati ecologici accreditati al fine di combattere il fenomeno del greenwashing. È altrettanto cruciale fornire ai consumatori gli strumenti necessari affinché possano diventare più informati: solo così potranno compiere acquisti consapevoli, premiando quegli operatori economici veramente impegnati nella salvaguardia dell’ambiente.

Verso un futuro realmente sostenibile

Per trasformare il settore della logistica in un motore di sviluppo sostenibile, è necessario un approccio integrato che coinvolga tutti gli attori della filiera. Le aziende devono adottare pratiche innovative per ridurre il proprio impatto ambientale, ma è fondamentale anche il ruolo delle istituzioni, dei consumatori e dei lavoratori.

Le istituzioni devono promuovere politiche pubbliche che incentivino la logistica sostenibile, attraverso incentivi fiscali, finanziamenti per la ricerca e l’innovazione e normative più stringenti in materia di emissioni e rifiuti. L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti, attraverso il Green Deal Europeo e il pacchetto “Fit for 55”. A livello nazionale, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede investimenti significativi in infrastrutture sostenibili, come il potenziamento del trasporto ferroviario e lo sviluppo di reti di ricarica per veicoli elettrici.
I consumatori possono fare la differenza scegliendo prodotti e servizi offerti da aziende che si impegnano per la sostenibilità. L’informazione riguardo all’impatto ambientale dei beni da noi acquistati riveste un’importanza fondamentale; è necessario anche dare riconoscimento alle imprese impegnate in pratiche etiche.
Il personale operante nel comparto logistico ha la possibilità concreta di contribuire in modo significativo alla sostenibilità, denunciando comportamenti scorretti ed elaborando idee innovative tese a minimizzare la vulnerabilità ambientale delle operazioni quotidiane.
Fra le prospettive più interessanti destinate a garantire una reale sostenibilità nel campo della logistica si annoverano:
L’adozione di fonti energetiche alternative, quali idrogeno, biocarburanti evoluti ed energia derivata dal gas naturale liquefatto (GNL). La transizione verso veicoli elettrici impiegati tanto nelle consegne cittadine quanto nei servizi su lunghe distanze. Il supporto al modello intermodale di trasporto integrato: una strategia finalizzata ad amalgamare diversi sistemi di trasporto al fine di massimizzare l’efficienza logistica mentre si contengono i consumi energetici complessivi.
Il rafforzamento dell’efficienza nell’organizzazione delle spedizioni insieme alla gestione degli spazi dedicati allo stoccaggio mediante strumenti digitali all’avanguardia.
La preferenza verso imballaggi ecologicamente responsabili prodotti da materiali capaci di essere riciclati, biodegradabili o compostabili. La pratica dell’economia circolare emerge come una strategia fondamentale, finalizzata a diminuire la dipendenza da risorse naturali e a contenere gli effetti dannosi sull’ambiente. Tale approccio include l’impiego del riuso e del riciclo dei materiali come strumenti essenziali per raggiungere tali ambizioni sostenibili.

Uno sguardo al futuro: dalla teoria alla pratica

La necessità della transizione ecologica nella sfera logistica si presenta non solo come un’opzione da considerare ma piuttosto come un imperativo categorico per assicurare la sostenibilità futura per tutti. Diminuire l’impatto ambientale legato alle operazioni logistiche implica il salvaguardare le risorse naturali disponibili, tutelando al contempo la salute dell’uomo e affrontando i fenomeni del cambiamento climatico. Tuttavia, ci si domanda: quali misure pratiche possono attuarsi in risposta a tali sfide?
Cominciamo con una definizione fondamentale: la transizione ecologica rappresenta una metamorfosi radicale nei sistemi economici e nelle strutture sociali verso modalità operative maggiormente ecosostenibili; queste modalità devono necessariamente tenere presente sia il limite intrinseco delle risorse naturali sia gli effetti nocivi generati dalle attività umane sull’ambiente circostante. In ambito logistico ciò implica ripensare completamente ogni fase del ciclo di vita merceologico — dall’ideazione fino alla distribuzione — riducendo al minimo gli scarti ed elevando il livello d’efficacia operativa.

Un ulteriore aspetto significativo concerne il principio della resilienza climatica; questa concezione implica progettazioni adeguate affinché infrastrutture e operazioni nel campo logistico possano dimostrare resistenza rispetto a eventi atmosferici estremi (quali inondazioni o periodi prolungati di siccità), ora sempre più comuni a causa dell’inarrestabile evoluzione climatica in atto.

L’investimento in infrastrutture robuste, così come l’implementazione di approcci efficaci nel campo dell’adattamento climatico, riveste un’importanza cruciale nel mantenimento continuo delle operazioni logistiche e nella salvaguardia delle popolazioni vulnerabili.

Dunque, il problema della sostenibilità nella logistica va oltre l’ambito tecnologico; implica una trasformazione culturale ed una rilevanza sociale significativa. È necessaria una modifica del paradigma mentale che coinvolga ogni parte interessata lungo la catena: dai leader aziendali ai lavoratori individuali, fino ad arrivare ai consumatori finali. Occorre sviluppare una maggiore consapevolezza riguardo all’impatto delle nostre scelte quotidiane ed assumere un impegno attivo verso la creazione di un avvenire collettivamente più eco-sostenibile. Si può agire appoggiando imprese che applicano principi ambientalmente solidali, limitando il proprio consumo personale, optando per modalità di trasporto alternative più ecocompatibili. Anche il contributo minore ha valore significativo; solamente collaborando potremo apportare cambiamenti positivi tangibili.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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