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Rivoluzione nel denim: scopri come Coreva salva il pianeta e il tuo stile

Candiani Denim introduce Coreva, un denim elasticizzato e compostabile, eliminando microplastiche e rivoluzionando l'industria tessile. Approfondisci come questa innovazione sta plasmando un futuro più sostenibile.
  • Candiani Denim: denim d'eccellenza dal 1938, unendo tradizione e innovazione.
  • Coreva: denim elasticizzato, 100% vegetale, compostabile e biodegradabile.
  • 98,1%: la decomposizione dei tessuti Coreva dopo 12 settimane.

## Candiani Denim e la rivoluzione Coreva

Nel panorama tessile odierno, caratterizzato da crescenti preoccupazioni per l’ambiente e dall’urgente necessità di adottare metodi eco-compatibili, si distingue un’impresa italiana che sta ridefinendo i limiti dell’innovazione nel campo del denim: Candiani Denim. Nata nel 1938 vicino a Milano, l’azienda si è affermata a livello globale per la produzione di denim di eccellenza, unendo la tradizione artigianale a tecnologie d’avanguardia.
La svolta nella strategia di Candiani Denim è rappresentata dallo sviluppo di
Coreva, un tessuto di origine biologica che elimina il rischio di dispersione di microplastiche e riduce in modo sostanziale l’impatto ambientale degli indumenti. Questa innovazione, ispirata alle reti elastiche impiegate per confezionare i salumi, mostra come l’attenta osservazione del territorio e l’ingegno possano condurre a soluzioni rivoluzionarie nel campo della salvaguardia ambientale.

Coreva si propone come il primo denim elasticizzato di derivazione vegetale, interamente compostabile e biodegradabile. La sua fabbricazione utilizza esclusivamente cotone, sia biologico che rigenerativo, e caucciù naturale, evitando l’uso di sostanze chimiche nocive e microplastiche. Tale peculiarità lo rende un’opzione valida all’elastan, una fibra sintetica derivata dal petrolio largamente diffusa nell’industria tessile per dare elasticità ai jeans, ma che presenta notevoli inconvenienti ambientali.

L’elastan, in effetti, è un prodotto petrolchimico e comporta un forte impatto ambientale durante il suo ciclo di produzione, utilizzo e fine vita, rilasciando nell’ambiente elementi chimici tossici, plastiche o microplastiche, pericolose per la salute dell’ambiente e per quella umana. “Quando il jeans finisce in discarica o è disperso nell’ambiente la fibra in cotone si biodegrada, mentre l’elastan permane per almeno 300 anni per poi scomporsi in micoplastiche”, sottolineano gli esperti di Candiani Denim.

La tecnologia Coreva, brevettata da Candiani Denim, impiega filati elastici ottenuti dalla gomma naturale, rivestiti da cotone biologico o rigenerativo, creando un prodotto privo di plastica che non pregiudica la qualità, l’elasticità e la resistenza del tessuto. I test di laboratorio, effettuati secondo le normative europee EN 13432, hanno dimostrato che i tessuti Coreva si decompongono in meno di sei mesi, trasformandosi in compost e favorendo la crescita delle piante.

L’impegno di Candiani Denim per la sostenibilità si estende all’intero ciclo di vita del prodotto, dall’acquisto delle materie prime al riciclo dei capi a fine vita. L’azienda ricicla il 100% degli scarti di produzione, indirizzando quelli non riutilizzabili a filiere esterne per essere usati in altri settori, come la creazione di tappetini compressi per pittori. In aggiunta, Candiani Denim collabora con Humana People to People Italia per il riciclo post-consumo dei capi usati, diminuendo l’impatto ambientale e incentivando un’economia circolare.

Un esempio tangibile di questo approccio è il denim ReGen, composto per il 50% da cotone riciclato e per il 50% da fibre cellulosiche Tencel riciclate con tecnologia Refibra. Per accrescere al massimo l’impiego di fibra riciclata in confronto alla materia prima vergine, Candiani Denim utilizza un cotone coltivato in Spagna seguendo i principi dell’agricoltura rigenerativa, capace di minimizzare ulteriormente le emissioni catturando il carbonio. Questo cotone, brevettato con il nome Blue Seed, ha una fibra più lunga e resistente del normale, permettendo di incorporare una quota maggiore di fibra riciclata nel nuovo filato.

## L’addio all’elastan: Coreva e la nuova era del denim elasticizzato naturale

L’introduzione dell’elastan nel settore del denim negli anni ’70 ha rappresentato una svolta in termini di vestibilità e comfort, consentendo la produzione di jeans più attillati e confortevoli. Tuttavia, questa innovazione ha sollevato preoccupazioni ambientali legate all’inquinamento da microplastiche e alle difficoltà nel riciclo dei capi.

Un ulteriore problema causato dall’elastan è il rilascio di minuscole particelle di plastica durante l’utilizzo e i lavaggi degli indumenti. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, circa il 60% di tutto l’abbigliamento contiene materiali sintetici e approssimativamente il 9% delle microplastiche trovate negli oceani ogni anno proviene dalle microfibre perse da questi tessuti.
Stime del Programma Ambientale delle Nazioni Unite indicano che circa il sessanta percento dell’abbigliamento globale contiene fibre sintetiche. Si calcola inoltre che all’incirca il nove percento delle microplastiche rinvenute negli oceani annualmente derivi dalle microfibre rilasciate da questi tessuti.

La tecnologia Coreva di Candiani Denim rappresenta una soluzione innovativa a questi problemi, offrendo un’elasticità naturale senza il peso ambientale dei materiali sintetici. Il denim Coreva, infatti, in condizioni adeguate può decomporsi, reintroducendosi nel ciclo naturale e favorendo la germinazione e lo sviluppo di nuove piante, completando in modo efficace un percorso circolare.
I test di laboratorio condotti da Candiani Denim hanno dimostrato che i tessuti Coreva si decompongono del 98,1% dopo 12 settimane e che il compost derivato da questo processo non ha effetti inibitori sulla crescita delle piante. Inoltre, la collaborazione con il Rodale Institute California Organic Center ha evidenziato che l’utilizzo di scarti di tessuti Coreva nel suolo non ha effetti avversi, ma anzi migliora la respirazione del terreno e i livelli di umidità.

Questi risultati confermano il potenziale di Coreva come alternativa sostenibile all’elastan, in grado di ridurre l’inquinamento da microplastiche e l’enorme quantità di rifiuti tessili. Secondo i dati dell’Unione europea, nel 2020 sono state prodotte 6,95 milioni di tonnellate di rifiuti tessili nell’area, equivalenti a 16 kg per ogni abitante. I rifiuti tessili compostabili, come quelli derivati da Coreva, non solo evitano danni ambientali e riducono l’accumulo in discarica o l’incenerimento dei capi, ma offrono a questi materiali una nuova opportunità, sostenendo la crescita di nuove materie prime per la produzione futura.

## Dalla produzione alla rigenerazione: l’economia circolare secondo Candiani Denim

L’economia circolare rappresenta un modello di produzione e consumo che si concentra sull’uso efficiente delle materie prime e sulla riduzione dei rifiuti, contrastando l’obsolescenza programmata e promuovendo la durabilità dei prodotti. Il Parlamento europeo ha individuato tre principali benefici dell’economia circolare: salvaguardia dell’ambiente, minore dipendenza dalle materie prime e generazione di possibilità di impiego e risparmio per i consumatori.

Candiani Denim si impegna a migliorare la circolarità nel settore del denim attraverso due strategie fondamentali: la creazione di prodotti compostabili in armonia con i principi dell’agricoltura rigenerativa e l’attuazione di iniziative di riciclo. L’azienda è riuscita a stabilire un collegamento tra denim, moda, agricoltura e cibo, dimostrando la fattibilità di unire settori apparentemente distanti in un’ottica di sostenibilità.

Dopo aver lanciato ReLast, una linea di tessuti denim elastici con elastam riciclato, e ReSolve, una serie con filati elasticizzati a impatto ambientale zero, Candiani Denim ha dato vita a Coreva, il primo denim elastico senza plastica e compostabile al mondo. Questo tessuto all’avanguardia, nelle condizioni appropriate, può trasformarsi in compost e favorire lo sviluppo di nuove piante al termine del suo ciclo di vita.

I test di laboratorio e le collaborazioni con istituti di ricerca e aziende agricole hanno confermato i benefici ambientali di Coreva, dimostrando la sua capacità di decomporsi rapidamente e di supportare la crescita delle piante senza effetti negativi sul suolo. Inoltre, Candiani Denim si impegna a migliorare i programmi di riciclo a tutti i livelli, promuovendo l’utilizzo di materiali post-industriali e post-consumo e collaborando con organizzazioni come Humana People to People Italia per la raccolta e il riciclo dei vecchi jeans.

Un esempio di questo impegno è il denim ReGen, composto per il 50% da cotone riciclato e per il 50% da TENCEL™ x REFIBRA™, ottenuto da rimanenze del settore tessile come legno e cotone. Questo approccio evita di prelevare materie prime vergini e riduce l’impatto ambientale della produzione di denim.

“In un mondo dove le risorse stanno diminuendo e c’è un eccesso ingestibile di capi di abbigliamento da smaltire, è un dovere di tutti guardare a un consumo e una produzione sostenibili, con una massima attenzione a risorse rinnovabili, materiali biodegradabili e compostabili.”
“Dato che le risorse globali si riducono e l’accumulo di indumenti da smaltire ha raggiunto livelli critici, è imprescindibile che tutti si orientino verso un modello di consumo e produzione eco-sostenibile, privilegiando fonti rinnovabili, materiali biodegradabili e compostabili.”
“Non lo facciamo perché c’è domanda, lo facciamo perché è la cosa giusta”, afferma Alberto Candiani, presidente di Candiani Denim.

## Component Shoe: l’eco-design come chiave per una moda più sostenibile

Per allinearsi ai nuovi impegni europei per una moda più sostenibile, è fondamentale applicare i principi dell’eco-design, una tipologia di progettazione che integra gli aspetti ambientali nel processo di sviluppo del prodotto, bilanciando esigenze ecologiche ed economiche. L’eco-design permette di definire in fase di progettazione l’unione dei vari materiali e la facilità con cui è possibile riutilizzarli, ripararli, rinnovarli o smontarli.

Candiani Denim e Vibram, due aziende impegnate nella sostenibilità, hanno collaborato alla realizzazione del progetto pilota “Component Shoe”, applicando i principi dell’eco-design per creare una calzatura composta da pochi componenti monomateriali a basso impatto ambientale. La tomaia della scarpa è realizzata con gli scarti di taglio dei pannelli dei singoli jeans di Candiani Denim, attraverso un processo di upcycling che valorizza i rifiuti di produzione.

La Component Shoe è facilmente disassemblabile e i suoi componenti possono essere riutilizzati o riciclati, riducendo gli impatti ambientali negativi della produzione di scarpe. Inoltre, la scarpa può essere personalizzata dal consumatore, che può sostituire la tomaia con vecchi jeans non più utilizzati, promuovendo un coinvolgimento attivo e un legame emotivo con il prodotto. “La sostenibilità si raggiunge attraverso una presa di coscienza delle criticità del proprio operato e una valutazione delle alternative più sostenibili sia da un punto di vista ambientale che economico.” “Raggiungere la sostenibilità richiede la piena consapevolezza delle problematiche inerenti alle proprie attività e un’attenta valutazione delle opzioni più eco-compatibili, sia sul piano ambientale che economico.”
“È importante che l’azienda creda fermamente nel progetto di sostenibilità e che gli impegni presi vengano condivisi e comunicati a tutti i livelli aziendali, non solo a livello di proprietà”, evidenziano gli specialisti di Candiani Denim e Vibram.
“È fondamentale che l’azienda nutra una profonda convinzione nel piano di sostenibilità e che gli accordi presi siano condivisi e comunicati a ogni livello aziendale, e non limitati alla dirigenza”, sottolineano i rappresentanti di Candiani Denim e Vibram.

L’esperienza di Candiani Denim e Vibram dimostra come l’eco-design possa essere uno strumento efficace per promuovere una moda più sostenibile, riducendo gli sprechi, aumentando la durabilità dei prodotti e coinvolgendo attivamente i consumatori nel processo di creazione di valore.

## Un Futuro Circolare per il Denim: Riflessioni e Prospettive

L’innovazione di Candiani Denim con Coreva rappresenta un faro nel settore tessile, illuminando un percorso verso una maggiore sostenibilità e responsabilità ambientale. Ma cosa significa tutto questo per noi, consumatori e cittadini del mondo? Significa che le nostre scelte di acquisto possono avere un impatto reale e positivo sul pianeta. Optare per capi realizzati con materiali riciclati, biodegradabili e prodotti in modo etico non è solo una moda passeggera, ma un investimento nel futuro del nostro ambiente.

Una nozione base da tenere a mente è che l’economia circolare non è solo un sistema di riciclo, ma un approccio olistico che mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare l’utilizzo delle risorse. Nel contesto del denim, questo significa scegliere tessuti che possono essere facilmente riciclati o compostati alla fine del loro ciclo di vita, come appunto Coreva.

A un livello più avanzato, la transizione ecologica nel settore tessile implica una profonda trasformazione dei processi produttivi, dall’approvvigionamento delle materie prime alla gestione dei rifiuti. Questo richiede un impegno congiunto da parte delle aziende, dei governi e dei consumatori per promuovere pratiche sostenibili e incentivare l’innovazione tecnologica.

Ma al di là delle definizioni e dei concetti, è importante riflettere sul nostro rapporto con l’abbigliamento. Quanti jeans abbiamo nel nostro armadio che non indossiamo più? Quante volte ci siamo lasciati sedurre da un capo di tendenza senza considerare il suo impatto ambientale? Forse è il momento di adottare un approccio più consapevole e responsabile, scegliendo la qualità anziché la quantità, riparando i nostri capi anziché buttarli via e sostenendo le aziende che si impegnano per un futuro più sostenibile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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